Nel marketing promozionale ogni dettaglio comunica: dalla grafica al colore, fino alla dimensione di stampa scelta per il proprio logo. Saper individuare il formato di stampa più adatto per gadget e abbigliamento personalizzato è fondamentale per garantire leggibilità, equilibrio visivo e riconoscibilità del brand. In questa guida completa esploreremo i formati più usati, le differenze tra misure standard e su misura, e come il tipo di stampa può influenzare la resa del logo.
Indice
- Che cosa si intende per formato di stampa
- Tutti i formati di stampa più utilizzati nel personalizzato aziendale
- Come cambia il formato di stampa a seconda della tecnica utilizzata
- Formati di stampa per gadget aziendali
- Formati di stampa per abbigliamento personalizzato
Che cosa si intende per formato di stampa
Con “formato di stampa” (o “dimensioni di stampa”) si intende l’area fisica su cui verrà applicato il logo, la grafica o il messaggio su un gadget o capo. È la misura effettiva entro cui deve stare il disegno, tenendo conto anche dei margini di sicurezza (cioè dello “spazio morto” che non può essere stampato). Quando si pianifica una personalizzazione, bisogna considerare:
- il supporto (tessuto, plastica, metallo, carta)
- la tecnica di stampa (serigrafia, stampa digitale, ricamo, sublimazione, tampografia, trasferimento termico, ecc.)
- la proporzione tra logo e superficie
- i limiti tecnici dell’attrezzatura
Differenza tra formati standard e personalizzati
Formati standard sono misure predefinite molto utilizzate: corrispondono alle serie A, B o quadrate comunemente impiegate nella stampa (es. A4, A5, B5, quadrato 20×20 cm, ecc.). Si usano spesso su carta, shopper, flyer, gadget classici, ecc.
Formati personalizzati invece sono quelli non standard, adattati al supporto in questione: ad esempio la personalizzazione su un gadget dalla forma irregolare (come penne, borracce, power bank) oppure un capo in cui si stampa full-print su tutta la superficie (maglietta in modalità “all over”) o una stampa 360° (tutta la circonferenza di un cilindro). Si tratta di misure su misura, fatte apposta per quella particolare geometria.
Per esempio, se stai progettando una stampa full-print su una T-shirt, il formato è praticamente “tutto il pannello”, senza una dimensione prefissata come “A4”. È importante considerare le caratteristiche del supporto per creare una grafica che sfrutti al meglio la superficie disponibile.
L’importanza del formato nella resa del logo e nella leggibilità del brand
La scelta del formato impatta direttamente:
- leggibilità: un logo troppo piccolo diventa illeggibile a distanza; uno troppo grande può venire tagliato
- proporzione e bilanciamento visivo rispetto al supporto
- nitidezza soprattutto quando si ingrandisce: se la grafica non ha risoluzione sufficiente, si avrà sgranatura
- effetti estetici: spazio negativo, margini, simmetria
Un formato ben scelto garantisce che il brand sia percepito correttamente e mantiene la qualità visiva anche ai bordi. Ti invitiamo a consultare l’articolo del nostro blog, in cui puoi approfondire le tecniche di stampa su materiali difficili, per capire meglio le limitazioni tecniche.
Tutti i formati di stampa più utilizzati nel personalizzato aziendale
Ecco i formati più frequentemente usati, con indicazioni pratiche e casi d’uso.
Formati A (A0, A1, A2, A3, A4, A5): dimensioni e applicazioni pratiche
I formati della serie A sono standard ISO e ben conosciuti:
- Formato A0: 841 × 1189 mm
- Formato A1: 594 × 841 mm
- FormatoA2: 420 × 594 mm
- Formato A3: 297 × 420 mm
- Formato A4: 210 × 297 mm
- Formato A5: 148 × 210 mm
Vediamo come questi formati si applicano in ambito di personalizzazione:
- T-shirt: su capi come magliette, un’area di stampa tipica può essere A4 (210 × 297 mm) oppure A3 (297 × 420 mm) per stampe più grandi sul petto o sul dorso.
- Shopper / shopper in cotone: spesso si stampa con dimensioni A4, che risultano ben proporzionate.
- Felpe o banner: possono ospitare stampe che si avvicinano ad A3 o A2, soprattutto se il materiale supporta e la tecnica lo consente.
Quindi, quando un’azienda chiede “stampa foto quale formato scegliere?”, spesso si ricorre a questi modelli perché ben noti, facili da gestire graficamente e compatibili con molte tecniche.
Formati B e quadrati: quando usarli per gadget e materiali promozionali
La serie B (es. B5, B4, B3) è meno frequente in stampa generale, ma utile per certi gadget:
- B5: 176 × 250 mm
- B4: 250 × 353 mm
- B3: 353 × 500 mm
Questi formati risultano comodi quando si vuole uno spazio un po più largo rispetto all’A, mantenendo una proporzione differente. Ad esempio, su un block notes o su materiali promozionali rettangolari, la misura B5 può essere più “panoramica” rispetto all’A5.
I formati quadrati (es. 200×200, 250×250, 300×300 mm) sono usati per gadget come puzzle, cuscini, placche decorative, pannelli isolanti, ecc. La natura uniforme aiuta a centrare il logo e dare un aspetto simmetrico.
Formati su misura: stampa full print, stampa 360°, patch o etichette ricamate
Quando non ha senso usare formati predefiniti, si ricorre alle soluzioni su misura:
- Stampa full print (all over): la grafica copre l’intera superficie di un capo senza bordi (es. front + retro + maniche)
- Stampa 360°: tipica su oggetti cilindrici (borracce, tazze): la grafica avvolge l’intero oggetto
- Patch / etichette ricamate: dimensioni variabili: es. patch di 60×40 mm, 100×50 mm, ecc.
- Adattamenti per superfici irregolari: su gadget con curve (mouse, penne, custodie), dove si definisce un “formato utile” che segue la curva
In questi casi, la grafica deve essere progettata con margini di sicurezza e tener conto delle deformazioni. Spesso si consiglia di non “riempire fino al bordo” per evitare tagli accidentali.on i valori e il messaggio che il brand vuole comunicare.
Come cambia il formato di stampa a seconda della tecnica utilizzata
La tecnica di personalizzazione incide fortemente sul formato massimo ammissibile e sulla sua resa:
- Serigrafia: molto usata su tessuti e gadget plastici — consente stampe grandi, ma richiede zone isole ben definite
- Stampa digitale / solare: ideale per grafiche complesse e sfumate, ma con limiti di dimensione in base all’area del macchinario
- Sublimazione: particolarmente adatta al full print, per piani completi di magliette o superfici rigide in poliuretano
- Ricamo: formato limitato dalle dimensioni del telaio ricamabile (es. 100 × 70 mm, 150 × 50 mm, ecc.)
- Tampografia: adatta a superfici piccole e cilindriche (penne, tappi, componenti in plastica)
- Transfer / vinile termico: buono per taglie medie; la pellicola ha un limite di larghezza
- Stampa UV / flatbed: permette stampe di dimensioni elevate su superfici rigide (legno, plexiglass, metallo)
Ad esempio, su una maglietta in serigrafia potresti stampare fino a A3 sulla parte frontale, mentre con il ricamo probabilmente sarai limitato a una patch più piccola (100×50 mm). È quindi cruciale confrontare le dimensioni desiderate con i limiti tecnici della tecnica scelta.
Formati di stampa per gadget aziendali
Nei gadget aziendali le dimensioni di stampa vanno adattate al tipo di prodotto:
- Penne / portamine: area molto ridotta (es. 50×10 mm)
- Borracce / tumbler / thermos: stampa 360° oppure una “finestra” di 80×200 mm
- Power bank: 60×40 mm tipico
- Chiavette USB: ad esempio 20×8 mm
- Calendari da tavolo / cartellini: spesso usano formati A5, B5, quadrati
- Shopper / borse: spesso A4 o A3
- Portachiavi, magneti, spille: forme personalizzate, con formato su misura
La scelta del formato per gadget richiede un delicato compromesso: vuoi che il logo sia ben visibile ma non rischiare che venga tagliato o deformato. Spesso si opta per valori standard (es. 80×30 mm) compatibili con la maggior parte delle attrezzature.
Nell’articolo su come realizzare dei gadget personalizzati di successo, puoi trovare indicazioni su come progettare il logo e dimensionarlo per diversi oggetti.
Formati di stampa per abbigliamento personalizzato
Per i capi il discorso si amplia:
- T-shirt / polo / maglie: stampe centrali (A4, A3), stampe all over, maniche
- Felpe / hoodie / giacche: area posteriore più ampia (es. A3 / A2), taschino spesso limitato a 10×10 cm
- Gilet, giubbini hard shell: zone front/back separate, stampe o ricami più limitati
- Cappelli / berretti: patch ricamate, formato spesso 50×30 mm
- Grembiuli, camici, divise: stampe frontali medie (es. A4)
In ogni caso, è essenziale creare la grafica in vettoriale o a alta risoluzione affinché si possa scalare e adattare liberamente senza perdita di nitidezza. La differenza tra un foglio A4 e B4 consiste nel fatto che B4 è leggermente più largo e meno alto rispetto ad A4 (B4 = 250 × 353 mm, A4 = 210 × 297 mm), quindi può dare una resa visiva diversa su capi o pannelli rettangolari.
Quando progetti un capo, pensa anche alla posizione del logo rispetto alla cucitura, alle tasche, alle zip: non basta definire un formato, bisogna “incastrarlo” per evitare zone critiche, in cui ogni prodotto può essere personalizzato in armonia con la palette aziendale.

